Dai tempi del fondo Pasinetti, sono passati più o meno cinquant’anni.
Si chiamava così il luogo di via Magenta, nel centro di
Scarperia, dove i fratelli Consigli aprirono la loro attività. |
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Luigi, allora poco più che ventenne ed Enrico, di pochi anni più
giovane, si dedicavano alla produzione di coltelli già da
diversi anni ma sotto padrone, come si usava dire allora, in
quella stessa ditta nella quale il loro babbo, fin dai primi
anni del ‘900 si dedicava alla forgiatura e alla realizzazione
di coltelli pattada e di coltelli da innesto.
Alla metà del secolo scorso, mentre i giovani se ne andavano
dagli splendidi ma avari paesaggi del verde Mugello per cercare
migliori opportunità nella vicina Firenze, i fratelli Consigli e
il loro amico Marcello Azzini, unirono le loro forze e le prime
lettere dei loro cognomi dando vita alla ConAz. Il fondo
Pasinetti, con una forgia, un bilanciere a mano per tranciare
l’acciaio e persino un forno a carbone per temperare, fu il loro
primo teatro.
Intorno alla metà degli anni ’60, per far fronte alle
consistenti richieste provenienti dal mercato sardo, la Conaz
iniziò a differenziare la produzione. |
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Da un lato, coltelli robusti e pratici (con finiture anche
rivoluzionarie per l’epoca) e dall’altro lato modelli assai
pregevoli, come il pattada in corno lucido con lama lucidata a
specchio, che si otteneva mescolando colla e smeriglio finissimo
(con un’operazione detta del caricar la rota). Già allora,
mentre si cavalcava la nuova tendenza generata dal boom delle
materie plastiche, si serbava con cura un modo di far coltelli
che si capiva sarebbe andato scomparendo e che necessitava
quindi di essere custodito gelosamente.
Il corno lucido fu il
segno distintivo di una qualità superiore; per plasmare il corno
si iniziò ad utilizzare il fuoco al posto della paraffina,
ottenendo così un effetto di compattamento degli strati che lo
compongono e riducendo la possibilità di sfaldamento che è
all’origine dei difetti dei manici. |
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Passavano gli anni; la tempera ad aria, ottenuta spargendo le
lame sul pavimento freddo, lasciò il posto alla tempera ad olio,
più pratica e più accurata. Gli antichi metodi di lavorazione
venivano tramandati con attenzione ma con un numero di modelli
tutto sommato limitato.
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Il risveglio d’interesse per le radici più autentiche dell’arte
antica dei ferri taglienti, dette agli artigiani della Conaz la
spinta per estendere il loro repertorio attingendo a piene mani
alla tradizione scarperiese più viva. Il fiorentino, il senese,
il maremmano, il rasolino, i modelli che li hanno resi celebri e
che oggi sono il vanto di tanti appassionati e
collezionisti, erano ormai una realtà. |
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Attualmente, accanto alla produzione dei
modelli tipici italiani, sintesi perfetta di tradizione,
tecnica, eleganza e ricercatezza, si affianca la coltelleria da
tavola e da cucina finemente rifinita che impiega materiali
nobili come il corno bovino, il corno di bufalo e l’olivo. Il
totale impegno della famiglia Consigli è rivolto alla
valorizzazione del lavoro artigianale, al mantenimento dei
valori di manualità e tradizione e alla continua opera di
diffusione degli elementi che possano far apprezzare tali
oggetti.
Oggi che Luigi Consigli ha raggiunto il meritato pensionamento,
Enrico è affiancato dai figli Elena e Pietro. A loro è affidato
il compito di custodire la centenaria tradizione artigianale di
famiglia per dare nuovo impulso agli ideali dai quali, mezzo
secolo fa, nel fondo Pasinetti, nacque la Conaz. |
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